4 consigli per essere un buon imprenditore - 4 consigli per essere un buon imprenditore
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4 consigli per essere un buon imprenditore
L’idea di diventare imprenditori di sé stessi è sicuramente una bella sfida, e per gestire un’attività in autonomia che abbia speranza di successo non ci si può certo improvvisare. I corsi Yes I Start Up forniscono le basi e le competenze tecniche per cominciare questo percorso, ma è l’approccio al lavoro che fa veramente la differenza. Ecco alcuni consigli da seguire per coltivare delle buone doti di autoimprenditorialità.
1. Non improvvisare: preparati
Avere una buona idea d’impresa non è sufficiente: bisogna avere una profonda conoscenza del mercato in cui ci si sta inserendo.
“Un Neet che decide di avviare un'attività di impresa non può improvvisare un business: lo deve conoscere a fondo per poter decidere di investirci sopra” spiega Monica Scola, docente dei corsi gratuiti di avviamento all’autoimprenditorialità di Yes I Start Up in Calabria.
“Il percorso di accompagnamento Yes I Start Up aiuta il giovane a comprendere la fattibilità della sua idea, ad approfondire la coerenza con il proprio profilo professionale, la competitività sul mercato, la perseguibilità attraverso gli strumenti messi a disposizione, la cantierabilità, ossia i tempi necessari affinché l'idea diventi impresa e la convenienza economica, che ne determina la possibilità di essere finanziata e di essere quindi profittevole”, continua la professoressa, ribadendo il fatto che conoscenze e competenze professionali stanno alla base di un business di successo e ne determinano la possibilità di successo.
“Il consiglio che do ai giovani è quello di elaborare "una visione di insieme" di tutti questi aspetti che stanno alla base del successo di una startup”.
2. Le tue competenze devono rispecchiare la tua idea
Alla base di un'impresa che funziona ci deve essere assoluta coerenza tra formazione, esperienze professionali e personalità del neo imprenditore e la sua idea di business. Ma non basta: “Per mettere in piedi un’attività che abbia speranza di successo, bisogna avere determinate skills: creatività, capacità di pianificare gli obiettivi e organizzare le risorse umane e finanziarie, buone competenze di problem-solving, la conoscenza del sistema finanziario ed economico di un’impresa”, continua la docente. “Spesso questi due aspetti non coesistono nei giovani imprenditori, che hanno idee potenzialmente buone ma che non li rispecchiano e che quindi non possono funzionare.
Yes I Start Up mette in evidenza queste incongruenze: in questo modo il giovane Neet può capire meglio se la decisione a cui si sta orientando è quella giusta o meno”.
3. Comunica con il tuo team
Per garantire l’armonia all’interno dell’ambiente di lavoro e raggiungere buoni risultati è fondamentale instaurare una comunicazione costante e trasparente con il proprio team.
“Un consiglio che mi sento di dare ai giovani imprenditori è che si deve condividere la visione di impresa con il team”, sottolinea la professoressa Scola. “Molte volte l'identità aziendale è nitida nella mente dell'imprenditore, ma non risulta percepita allo stesso modo dal mercato: ciò che si vuole comunicare all'esterno deve essere chiaro in primo luogo all'interno dell'azienda stessa, perché solo in questa condizione sarà possibile far arrivare al mercato il messaggio desiderato.
4. Sii ottimista
Tra ostacoli e imprevisti tipici di chi si mette in moto e accetta la sfida del cambiamento, è più difficile mantenere la calma e l’atteggiamento giusto: ma, come nella vita di tutti i giorni, anche nel lavoro l’ottimismo e un “mindset” positivo sono la chiave del successo.
“Un imprenditore di successo "si sente come un bambino", ossia osserva il mondo con una curiosità contagiosa, fiducia e rischio, proprio come un bambino che scopre il mondo”, afferma la docente. “Una persona di successo pensa che tutte le cose al mondo siano migliorabili e malleabili, riflette su come potrebbero essere diversamente e non su come sono attualmente. Sostanzialmente, è dotato di un inguaribile ottimismo. Può sembrare una cosa ovvia da segnalare, ma non lo è”.
L’attitudine negativa e pessimista che molti imprenditori hanno verso le situazioni in cui si trovano è un fattore che impedisce di crescere. “Non sviluppano un rapporto empatico con i loro dipendenti e il loro naturale pessimismo finisce per avere un’influenza nefasta anche sui loro affari”.