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I consigli dei Pro

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7 Innovazioni che fanno bene all'ambiente

Quello sul cambiamento climatico non è più un dibattito riservato a pochi esperti, né un argomento che lascia il tempo che trova. Il climate change è ormai innegabilmente reale ed è un peso destinato ad influenzare il nostro futuro.  Così, è responsabilità di ognuno di noi mettere in atto dei piccoli e grandi cambiamenti che possono fare la differenza.
Spesso l’innovazione funzionale arriva proprio dalle start-up che attraverso progetti e prototipi davvero sorprendenti possono fare la differenza in un modo autentico e propositivo.

Springwise, nota piattaforma che promuove idee innovative, riporta alcuni dei migliori esempi tutti italiani di idee green. 

Ecco qui 7 innovazioni che fanno bene all’ambiente!

1.Il granchio robot che pulisce il mare

Noto come Crab Robot Silver 2, il robot progettato da un team della Scuola Superiore Sant'Anna sarà in grado di raccogliere i rifiuti di plastica sul fondo del mare. A forma di granchio e munito di sei “zampe” e di un braccio per la raccolta dei detriti, il piccolo robot è in grado di muoversi agilmente sul fondale marino, evitando gli ostacoli ed intercettando i rifiuti superflui. Il nome completo del robot è Seabed-Interaction Legged Vehicle for Exploration e il progetto è stato sostenuto dalla National Geographic Society e dalla Arbi Dario Spa.

10 consigli per un imprenditore di successo

Avviare un’impresa è una vera e propria avventura, fatta di emozioni forti ma anche di rischi: sono mille gli aspetti da valutare prima di cominciare ed è facile lasciarsi scoraggiare dagli ostacoli. È proprio per questo che è indispensabile prepararsi al meglio e confrontarsi con chi ci è già passato.
Mike Kappel, fondatore e CEO di Patriot Software, LLC, aiuta da anni le aziende americane a dotarsi di software innovativi e, in un articolo pubblicato su Forbes, mette insieme le lezioni che ha imparato nel suo percorso per diventare imprenditore. Se anche tu stai pensando di intraprendere questa strada, dai un’occhiata qui sotto!

1. Addio alle scuse

Tantissimi sognano di diventare imprenditori, pochissimi lo fanno veramente. Le scuse si sprecano e sono sempre accompagnate dall’incombente paura di fallire. Essere spaventati dall’idea di mettersi in proprio è normale, essere il capo di sé stessi è un compito difficile e sicuramente gestire un’impresa non è come bere un bicchier d’acqua. Detto questo, se il tuo sogno è creare qualcosa di tuo, disfati di tutti i “se” ed i “ma”, rimboccati le maniche, e mettiti al lavoro!

5 storie per credere nelle tue idee

Avere un progetto, lavorare per realizzarlo, avviare il proprio business e diventare finalmente imprenditori di sè stessi. Sono tanti i giovani che sognano questo ma che si lasciano prendere dal timore di fare il primo passo. Mille dubbi cominciano a fare capolino. Da dove parto? Cosa faccio se le cose vanno male? E se la mia idea non piace?
Se queste domande non ti suonano nuove, qui sotto trovi le storie di giovani imprenditori che, pur avendo avviato attività diverse tra loro, hanno tutti avuto il coraggio di portare una novità nella loro città. Avevano un sogno originale nel cassetto e che ci hanno creduto fino alla fine, convincendo sè stessi e gli altri della potenzialità delle loro idee, anche quando sembravano impossibili da realizzare.

1. Klaudio Viska

Klaudio Viska, 32 anni, è il titolare del Lux Lounge drink a Grosseto, un locale spazioso e immerso nel verde, dove i clienti possono passare il tempo tra buon cibo, ottima musica e….narghilè! 

«Il mio sogno nel cassetto era quello di avere qualcosa di mio e di poter offrire lavoro agli altri: andando in giro ho capito cosa mancava nella mia città, ossia un luogo dedicato alla socializzazione. A Grosseto non c'era un locale di questo tipo, una formula che invece all'estero funziona tantissimo».
Klaudio è riuscito a creare così uno spazio nuovo che offre uno strumento di condivisione già apprezzatissimo in tutto il mondo. 
«Mi sono impegnato tantissimo, ora mi trovo con 10 dipendenti e non c’è cosa più bella per me. È una soddisfazione grandissima».

Se vuoi scoprire come Klaudio è riuscito ad avviare la sua impresa, clicca qui!

6 podcast da non perdere

Già popolari in molte parti del mondo, i podcast si stanno diffondendo sempre più anche qui in Italia, consolidandosi, soprattutto tra i giovani, come uno dei mezzi di informazione più efficaci e seguiti. Con la digitalizzazione già in atto, ma soprattutto con la pandemia che ci ha costretti a casa, anche chi non era pratico di questo canale ha imparato ad apprezzarlo.

Ma perché ascoltare un podcast dovrebbe aiutare la tua impresa? 
Prima di tutto, perché no?

Oltre al più conosciuto Spotify, oggi sono innumerevoli le app che consentono di scaricare tutti i programmi che vuoi e riprendere facilmente ogni episodio da dove lo hai lasciato, senza doverlo cercare sui social o sui vari siti. La natura stessa del podcast, inoltre, ti permette di dedicarti a questa attività senza dover sacrificare tempo prezioso: ti basta indossare le cuffiette mentre stai camminando, quando sei alle prese con le faccende di casa o porti a spasso il tuo amico a quattro zampe. Inoltre, oltre ai podcast più narrativi che riportano le esperienze di chi ha già percorso la strada dell’autoimprenditoria, ne esistono tanti altri che si concentrano sugli strumenti e le strategie necessari a chi sogna di creare qualcosa di suo, ma si ritrova a partire da zero.

Insomma, non esistono scuse, segnati questi podcast e premi play!

1. Voci di impresa – Radio 24

Questa trasmissione racconta in ogni sua puntata la storia di un imprenditore e della sua idea, da come è nata a come è oggi, passando per le sfide, i momenti bui e le vittorie affrontati nel percorso. In ogni episodio il protagonista di turno – si passa da nomi noti a neo-imprenditori - ci racconta come ha dato forma e concretezza al suo sogno, spiegando anche gli aspetti tecnici che ha dovuto affrontare prima di aprire un’attività, gli aiuti ricevuti e le lezioni imparate.  Insomma, una guida a tutti gli effetti per chi vuole iniziare questa avventura!

3 libri per aprire la tua impresa

Aprire la propria attività partendo da zero è una vera e propria sfida, ma c’è una buona notizia: con i giusti strumenti chiunque abbia un’idea vincente può riuscire in questa missione. 

Se hai tra i 18 e i 29 anni e non lavori, non studi e non ti stai formando professionalmente, ma hai il desiderio di creare qualcosa di nuovo, Yes I Start Up è il progetto che fa per te. Con lo scopo di formare i giovani all’autoimpiego,YesIStartUpproponecorsitotalmentegratuitiincuiglistudentiimparanotuttociò che c’è da sapere per avviare un’impresa e vengono accompagnati nella creazione del proprio business plan. Il programma fornisce le competenze essenziali per gestire la propria attività ed è un’ottima opportunità per i giovani aspiranti imprenditori. 
La Dott.ssa Pia Meringolo, docente in Calabria, ci consiglia tre letture adatte a chi vuole intraprendere questo percorso, ma anche a chi ha già aperto la propria impresa ed è in cerca di nuovi spunti per gestire al meglio l’attività. 
Vuoi aprire la tua impresa? Ecco i libri che devi assolutamente leggere 

1. Restartup. Le scelte imprenditoriali non più rimandabili di Panato Andrea A., Hoepli, 2019

“Le modalità con cui fare impresa in questi anni sono cambiate.Oggi infatti anche le PMI che operano in settori tradizionali devono iniziare a dialogare con le start-up e ispirarsi al loro mondo, per reinventare il proprio modello di business sfruttando la loro “cassetta degli attrezzi”. Il libro è principalmente dedicato alle piccole e medie imprese (PMI) che si trovano a dover ridisegnare la propria attività e che, secondo l’autore, dovrebbero guardare alle moderne start-up e dialogare con loro per trovare l’ispirazione e la spinta a reinventarsi. Con questa premessa, il testo diventa un utile punto di riferimento anche per chiunque voglia avviare un’attività e costituisce una vera e propria guida per rendere un’attività, start-up o impresa che sia, attraente per tutti gli attori del mercato, garantendone così il successo. Ad una parte più teorica sui requisiti che dovrebbe avere un’impresa di successo vengono affiancate una serie di interviste ad accademici, imprenditori e consulenti, che contribuiscono a rendere il libro chiaro e funzionale.

3 libri per sviluppare l'imprenditorialità

Vuoi sviluppare le tue capacità imprenditoriali? Ecco tre libri che devi assolutamente leggere. 

Hai da sempre un’idea di un’attività che vorresti aprire per conto tuo ma non sai da dove cominciare? Se hai tra i 18 e i 29 anni e non lavori, non studi e non ti stai formando professionalmente, ma hai il desiderio di creare qualcosa di nuovo, Yes I Start Up è il progetto che fa per te. Con lo scopo di formare i giovani all’autoimpiego, Yes I Start Up propone corsi totalmente gratuiti in cui i ragazzi imparano tutto ciò che c’è da sapere per avviare un’impresa e vengono accompagnati nella creazione del proprio business plan
Oltre alle competenze chiave fornite dal corso, necessarie ad avviare un’attività, è anche necessario pensare da “imprenditore” perché le cose funzionino. A questo proposito, la Dott.ssa Pia Meringolo, docente in Calabria, consiglia tre libri utili a sviluppare gli skills necessari a qualsiasi aspirante imprenditore.

1. Start up. La guida completa per chi vuole mettersi in proprio e creare da zero un'impresa di successo, Antonio Foglio, Franco Angeli , 2015

Avere una buona idea d’impresa non è sufficiente: bisogna avere una profonda conoscenza del mercato in cui ci si sta inserendo.
“Un Neet che decide di avviare un'attività di impresa non può improvvisare un business: lo deve conoscere a fondo per poter decidere di investirci sopra” spiega Monica Scola, docente dei corsi gratuiti di avviamento all’autoimprenditorialità di Yes I Start Up in Calabria. 
“Il percorso di accompagnamento Yes I Start Up aiuta il giovane a comprendere la fattibilità della sua idea, ad approfondire la coerenza con il proprio profilo professionale, la competitività sul mercato, la perseguibilità attraverso gli strumenti messi a disposizione, la cantierabilità, ossia i tempi necessari affinché l'idea diventi impresa e la convenienza economica, che ne determina la possibilità di essere finanziata e di essere quindi profittevole”, continua la professoressa, ribadendo il fatto che conoscenze e competenze professionali stanno alla base di un business di successo e ne determinano la possibilità di successo.
“Il consiglio che do ai giovani è quello di elaborare "una visione di insieme" di tutti questi aspetti che stanno alla base del successo di una startup”.

4 consigli per essere un buon imprenditore

L’idea di diventare imprenditori di sé stessi è sicuramente una bella sfida, e per gestire un’attività in autonomia che abbia speranza di successo non ci si può certo improvvisare. I corsi Yes I Start Up forniscono le basi e le competenze tecniche per cominciare questo percorso, ma è l’approccio al lavoro che fa veramente la differenza. Ecco alcuni consigli da seguire per coltivare delle buone doti di autoimprenditorialità.

1. Non improvvisare: preparati

Avere una buona idea d’impresa non è sufficiente: bisogna avere una profonda conoscenza del mercato in cui ci si sta inserendo.
“Un Neet che decide di avviare un'attività di impresa non può improvvisare un business: lo deve conoscere a fondo per poter decidere di investirci sopra” spiega Monica Scola, docente dei corsi gratuiti di avviamento all’autoimprenditorialità di Yes I Start Up in Calabria. 
“Il percorso di accompagnamento Yes I Start Up aiuta il giovane a comprendere la fattibilità della sua idea, ad approfondire la coerenza con il proprio profilo professionale, la competitività sul mercato, la perseguibilità attraverso gli strumenti messi a disposizione, la cantierabilità, ossia i tempi necessari affinché l'idea diventi impresa e la convenienza economica, che ne determina la possibilità di essere finanziata e di essere quindi profittevole”, continua la professoressa, ribadendo il fatto che conoscenze e competenze professionali stanno alla base di un business di successo e ne determinano la possibilità di successo.
“Il consiglio che do ai giovani è quello di elaborare "una visione di insieme" di tutti questi aspetti che stanno alla base del successo di una startup”.

9 elementi utili per avviare la tua impresa

Per avviare un’impresa è indispensabile mettere nero su bianco ciò che si ha in mente di fare.

Il documento più importante per l'imprenditore è il piano di impresa (o business plan), che combina le risorse economiche e organizzative dell'impresa. Il modello di riferimento più affermato è il business model canvas, che prende il nome dalla tela del pittore (canvas) dove l’imprenditore traccia in itinere il modello di business soffermandosi su 9 elementi. 

Durante i corsi di formazione all’autoimpiego di Yes I Start Up (totalmente gratuiti, promossi e curati dall’Ente Nazionale per il Microcredito su tutto il territorio nazionale
e rivolti ai Neet) i docenti guidano gli studenti nella considerazione di criteri come quelli sottoelencati e nella stesura del loro business model canvas, personalizzando poi il lavoro a seconda del progetto di ogni ragazzo. La “canvas” può essere un ampio foglio A2 dove gli studenti scrivono con i pennarelli ogni informazione pertinente. 

1. Segmenti di clientela (customer segments)

La domanda a cui rispondere: Chi sono i miei clienti? Che cosa pensano? 

“Anzitutto occorre chiedersi quali e quanti siano i propri clienti potenziali, i loro bisogni attuali e futuri” - spiega Stefano Battaggia, docente Yis in Veneto - “Segmentare la clientela significa riconoscere le differenze tra clienti - sia oggettive (composizione per età, genere, classi di reddito etc.) che soggettive (in termini di bisogni percepiti). Le domande da porsi sono: mi rivolgo ad un solo mercato o mercati differenti? Che cosa faccio per il cliente, quali problemi voglio risolvere, quali bisogni voglio considerare? Bisogna essere sicuri che la propria attività identifichi un problema e fornisca una soluzione di qualità al proprio target”.

7 consigli per localizzare l'impresa

Nella fase di avvio di un’impresa, la scelta della localizzazione riveste un’importanza fondamentale, al pari del tipo di attività scelta e di altri fattori influenti. 

Yes I Start Up ti guida nella considerazione di criteri generali personalizzando poi il lavoro a seconda del tuo progetto.

1. Prossimità alla clientela: quanto è lontana la tua attività?

“La distanza che la clientela deve percorrere per finalizzare l’attività di acquisto del prodotto o servizio deve essere quanto più possibile minimizzata” spiega Stefano Battaggia, docente Yis in Veneto. Esempi classici sono la cartoleria o libreria (prossimità ad istituti scolastici), la valigeria (vicinanza a stazioni e aeroporti), un chiosco di fiori (che spesso si trova accanto ai cimiteri), le pompe funebri (raggiungibili dagli ospedali), o i negozi di abbigliamento “marino” (sapientemente collocati attorno alle spiagge).

5 cose che devi sapere su Yes I Start Up

Scopri le cinque caratteristiche di Yes I Start Up

1. È totalmente finanziato

Yes I Start Up è un corso di formazione all’autoimpiego totalmente gratuito promosso e curato dall’Ente Nazionale per il Microcredito su tutto il territorio nazionale e che si rivolge ai Neet, ragazzi tra i 18 e i 29 anni che non lavorano, non studiano e non si stanno formando professionalmente. “Con questo corso diamo la possibilità ai giovani che vogliono fare impresa di mettere a fuoco la loro idea imprenditoriale e di conoscere tutte le fasi necessarie per progettare e dare vita alla loro attività”, spiega Giovanni Aricò, docente dei corsi Yes I Start Up in Calabria. 

5 consigli per un business plan efficace

Quando si ha in mente di dare vita alla propria startup, c’è un passaggio che va curato con attenzione, perché è una delle chiavi del successo: il business plan.

Si tratta di un documento che illustra il tipo di impresa che si vuole costruire e che contiene tutti i dati e le informazioni necessarie, per poi richiedere un finanziamento ed avviare la propria attività.

Durante i corsi di formazione all’autoimpiego di Yes I Start Up (totalmente gratuiti, promossi e curati dall’Ente Nazionale per il Microcredito su tutto il territorio nazionale e rivolti ai Neet) i docenti guidano gli studenti nella stesura del documento, ma i contenuti devono essere elaborati dai ragazzi stessi.

1. Chiediti cosa ti piace veramente

Spesso capita di inseguire un’idea che inizialmente ci entusiasma ma che poi si rivela tutto il contrario di ciò che immaginavamo, lasciando deluse le nostre aspettative.

“Con i Neet questo fenomeno è molto frequente: per questo lo staff organizza lunghi colloqui preliminari in cui cerca di capire le caratteristiche di ogni ragazzo a livello caratteriale”, racconta Maria Francesca Liparota, docente a Lamezia Terme, in Calabria.

“Mi sono capitate persone che volevano aprire attività commerciali, ma poi mi dicevano di non voler stare a contatto con il pubblico.

Questo tipo di “impasse” si verifica perché a volte questi ragazzi sono molto giovani e non si conoscono bene nel profondo, quindi le loro idee non combaciano con i tratti caratteriali”, continua la professoressa, spiegando che spesso i giovani arrivano ai corsi con progetti che sono stati elaborati dietro l’influenza di amici, parenti o conoscenti e che quindi non rispecchiano la loro personalità.

“I ragazzi devono spogliarsi di ogni maschera ed essere onesti durante il colloquio, che non è un interrogatorio ma un mezzo a loro disposizione per conoscere meglio sé stessi e i propri desideri”.