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La storia di Endalle Mbody Audrey

05 marzo 2021

“Cappotti, gonne, vestiti o pantaloni: non importa cosa sia, io amo tutto ciò che realizzo con le mie mani”, dice sorridendo Audrey, la titolare del negozio-sartoria Petite Couturière di Schio, dove confeziona capi d’abbigliamento su misura ed effettua riparazioni tessili.
Audrey è riuscita ad avviare la sua attività grazie al progetto SELFIEmployment, il fondo rotativo gestito da Invitalia che offre finanziamenti agevolati ai giovani che hanno un’idea di impresa da realizzare.
Come è nata la tua idea?
“Sono originaria del Camerun ed è lì che ho avuto modo di osservare e imparare a confezionare abiti tipici del mio paese con tessuti locali, principalmente il "wax" (si tratta di tessuti in cotone colorati prodotti con una tecnica di tintura a riserva a cera, di utilizzo molto comune nell’abbigliamento africano, ndr). 
In Italia, dopo aver frequentato la scuola di modellismo e sartoria, ho lavorato per varie aziende sempre nell’ambito del confezionamento dei capi. L’idea di aprire la mia sartoria è arrivata dopo la fine degli studi e delle varie esperienze professionali: ho capito che questa era la mia passione e che mi sarei dovuta mettere in gioco per creare qualcosa che fosse mio e che al tempo stesso mi garantisse un futuro in questo settore.”
Come nasce una nuova creazione?
“Insieme al cliente decidiamo le stoffe e il modello, a seconda delle esigenze. Mi capita spesso che chi entra in negozio abbia solo un’idea generale del tipo di abito che vuole, così io lo aiuto a decidere, propongo quello che penso sia il tessuto ed il taglio più idoneo e poi procedo alla creazione del cartamodello e al confezionamento dell’abito.
Successivamente fisso gli appuntamenti per le prove e le eventuali modifiche. È bellissimo quando i clienti indossano ciò che ho creato con le mie mani e la più grande soddisfazione rimane vederli andare via soddisfatti e contenti”.
Qual è il punto di forza della tua attività?
“Innanzitutto qui a Schio non c’erano molte altre realtà che offrivano questo tipo di servizio. Inoltre credo che, soprattutto in Italia, la figura professionale del sarto sia sempre molto richiesta, in quanto garantisce un’attenzione al cliente che si è un po’ persa con l’arrivo della produzione di abbigliamento su vasta scala. Spesso capita che una signora non trovi ciò che cerca nei normali negozi, magari perché non c’è la sua taglia o un modello che valorizzi le sue forme. Io posso crearlo per lei e questo è importante perché siamo tutte diverse.”
Come hai scoperto SELFIEmployment?
“Ho fatto delle ricerche su Internet e ho trovato questo progetto. L’ho scelto perché rispetto alle altre forme di finanziamento disponibili ha molti vantaggi in più, tra cui il fatto che sia dedicato ai giovani e che non richieda, ai fini dell’erogazione dei fondi, alcuna garanzia. Consiglierei a chiunque abbia meno di 30 anni e abbia intenzione di avviare un’impresa di approfittare di questa occasione!”.
Quali sono i tuoi piani per il futuro?
“Per ora voglio consolidare ciò che già ho, stabilizzarmi prima di fare passi in avanti.
Avendo un’attività avviata da poco l’emergenza Covid è stata un bel colpo per me, l’ho superata e ora mi sto facendo conoscere sempre di più tramite il passaparola e la pubblicità sui social, che è sempre fondamentale.”
Un consiglio a chi vuole diventare imprenditore?
“Bisogna credere nei propri sogni ma soprattutto rimanere con i piedi per terra,
consapevoli di ciò a cui si va incontro. Le sfide saranno tante ma chi continua a credere nella propria idea riuscirà a realizzarla.”