5 storie che ti convinceranno a credere nelle tue idee - 5 storie che ti convinceranno a credere nelle tue idee
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5 storie per credere nelle tue idee
Avere un progetto, lavorare per realizzarlo, avviare il proprio business e diventare finalmente imprenditori di sè stessi. Sono tanti i giovani che sognano questo ma che si lasciano prendere dal timore di fare il primo passo. Mille dubbi cominciano a fare capolino. Da dove parto? Cosa faccio se le cose vanno male? E se la mia idea non piace?
Se queste domande non ti suonano nuove, qui sotto trovi le storie di giovani imprenditori che, pur avendo avviato attività diverse tra loro, hanno tutti avuto il coraggio di portare una novità nella loro città. Avevano un sogno originale nel cassetto e che ci hanno creduto fino alla fine, convincendo sè stessi e gli altri della potenzialità delle loro idee, anche quando sembravano impossibili da realizzare.
1. Klaudio Viska
Klaudio Viska, 32 anni, è il titolare del Lux Lounge drink a Grosseto, un locale spazioso e immerso nel verde, dove i clienti possono passare il tempo tra buon cibo, ottima musica e….narghilè!
«Il mio sogno nel cassetto era quello di avere qualcosa di mio e di poter offrire lavoro agli altri: andando in giro ho capito cosa mancava nella mia città, ossia un luogo dedicato alla socializzazione. A Grosseto non c'era un locale di questo tipo, una formula che invece all'estero funziona tantissimo».
Klaudio è riuscito a creare così uno spazio nuovo che offre uno strumento di condivisione già apprezzatissimo in tutto il mondo.
«Mi sono impegnato tantissimo, ora mi trovo con 10 dipendenti e non c’è cosa più bella per me. È una soddisfazione grandissima».
Se vuoi scoprire come Klaudio è riuscito ad avviare la sua impresa, clicca qui!
2. Vanessa Guimaraes
Vanessa ha aperto il suo negozio, Missinina - Bottega della Festa, a Bassano, dove vende articoli personalizzati per feste di compleanno.
«Io sono brasiliana, vengo da San Paolo, una grande città che è piena di negozi di questo tipo. Ho lavorato a lungo nel settore delle feste e ho notato come questo business fosse diffuso anche in altri paesi come l’Inghilterra e gli Stati Uniti. Una volta arrivata qui a Bassano non ho trovato nulla di simile e ho visto un’opportunità. Mi piace che i clienti entrino emozionati dal pensiero di organizzare qualcosa di bello e speciale, per questo ho cercato di creare qualcosa di innovativo: qui offro un servizio di personalizzazione di tutti gli articoli, dai piattini ai palloncini ai topper per le torte».
Clicca qui per leggere la storia di Vanessa!
3. Sebastiano Amoddio
Sebastiano è entrato nelle case dei siracusani con il suo SushiYa, il primo sushi take-away della città siciliana.
«Sono partito per l’Australia, lì ho imparato la lingua e ho conosciuto mia moglie. Siamo tornati e abbiamo aperto Sushi Ya. All’inizio non ci aspettavamo tutto questo successo. Una volta capito che dovevamo incrementare la produzione, abbiamo cominciato a svegliarci all’alba, lavorando anche 15 ore al giorno senza fermarci mai. Se avete un’idea rendetela fattibile e seguitela fino in fondo. Gli altri mi dicevano che a Siracusa, una cosa come il sushi, non sarebbe mai andata. Alla fine avevo ragione io e oggi ho la mia attività e do lavoro a tre persone: bisogna crederci».
Sei curioso di sapere come è nato SushiYa? Leggi qui!
4. Vincenzo Sandro Cusenza
Vincenzo, designer e artigiano digitale, ha aperto la sua attività di progettazione, design e prototipazione a Castelbuono, dopo un master in Digital Fabrication presso lo IED di Milano.
«Fino ad una decina di anni fa non esisteva un’attività simile, queste tecnologie digitali sono diventate comuni solo recentemente. Essendo il mio laboratorio in un piccolo paesino di provincia, inizialmente si è svolto quasi tutto per passaparola e tramite i social, poi insieme al mio grafico abbiamo cominciato a strutturare una vera e propria immagine coordinata della ditta, abbiamo prodotto il logo e creato il sito internet».
Vincenzo, lo scorso anno, ha prontamente risposto all’appello del FabLab di Messina per la produzione di valvole destinate ai respiratori, utilizzati nella cura dei pazienti positivi al Covid-19.
«Voglio lavorare con uno spirito innovativo A un paio di settimane dall'inizio del lockdown è partita la produzione in stampa 3D delle valvole per le maschere Charlotte, destinate agli ospedali locali. Consiglio intanto di buttarvi, ma non senza i dovuti calcoli: creare un'attività non è un gioco, è necessario considerare tutte le variabili e per evitare gli imprevisti ci vuole tanta progettazione».
Qui trovi la storia di Vincenzo e della sua impresa!
5. Eddy Oboite
Eddy Oboite, 26enne originario della Nigeria, è il titolare della ditta Born Unique, grazie alla quale conferisce nuova vita alle calzature effettuando lavorazioni artigianali di restauro e personalizzazione, in particolare di sneakers.
“Mio padre mi diceva sempre: devi avere un lavoro che ti fa di dimenticare che giorno della settimana è. Dopo gli studi ho fatto diversi lavori, ma poi ho capito di voler creare uno spazio che mi permettesse di fare ciò che amavo e al tempo stesso essere utile alla società. Il mio consiglio è crederci. Mi ricordo quando parlavo del mio progetto e nessuno credeva in me, mi dicevano che un’idea simile poteva forse funzionare negli USA, ma non in Italia, tutti mi scoraggiavano dicendomi che il momento non era buono. Io rispondevo che il momento buono lo decidiamo noi.”
Clicca qui per leggere la storia di Eddy!